Memorial Gander, 02.11.2016 Chiasso

“2 novembre 2016.

Sveglia alle 7:45, colazione alle 8:00 e partenza per il primo allenamento alle 9:45.
Arrivata in palestra vedo già alcune ginnaste che si stanno allenando. Tantissima gente (anche che non conosco), si avvicinano salutandomi e augurandomi ” l’ in bocca al lupo”. Comincio ad avere un po’ di pressione… devo per forza fare bene davanti al “mio” pubblico.
Riscaldamento poi corpo libero, trave, parallela e volteggio. L’allenamento è andato bene. Ora si ritorna in hotel, si fa pranzo e poi si riposa prima della competizione.
Alle 17:00 comincio a preparami con il trucco: eye-liner, matita e mascara.  Passiamo alla pettinatura, vorrei avere lo chignon perfetto,ma nel momento del bisogno non esce mai come vorrei. Manca solo la tutina, e… sono pronta!
Lo stress è sempre di più! Alle 17:45 si parte. Quando arrivo in palestra c’è già gente in tribuna, alcuni posti non erano numerati quindi chi arrivava prima aveva il posto migliore. Cominciamo riscaldamento, poi anche sugli attrezzi. Trave tutto bene, corpo libero anche, a volteggio ho avuto qualche problema con il mio salto, ma ho pensato che in gara con tanta adrenalina sarei riuscita a farlo giusto.
Nel frattempo la sala si è riempita e l’agitazione si fa sentire ancora di più. È arrivato il momento… stanno chiamando tutte le nazioni, una per una, ci sono anche alcuni miei idoli.  Ora è il nostro turno, tutti applaudono, fanno il tifo per noi. Mi vengono i brividi, è bellissimo vedere quante persone sostengono me e le mie compagne.
Il mio primo attrezzo è il volteggio. È il mio turno. Le luci sono puntate su di me e sull’ attrezzo. Parto, rincorsa, rondata, flick, avvitamento, arrivo e.. metto una mano per terra… saluto alla giuria. Subito dopo mi accorgo di quello che ho fatto, tanta delusione, tristezza e rabbia mi assalgono. Ho sbagliato al mio attrezzo preferito proprio davanti al pubblico di casa. Avrei voluto rifarlo, ma nella ginnastica artistica non è possibile, si ha solo una possibilità e bisogna sfruttarla il meglio possibile. La gara va avanti, non è ancora finita! Aspetto facendo il tifo alle mie colleghe. Cambio di attrezzo, adesso c’è corpo libero. Presentazione alla giuria, svolgo il mio esercizio bene anche se con qualche sbavatura. I miei due punteggi non sono stati abbastanza alti per entrare in finale però sono contenta comunque. Da piccola andavo sempre a vedere questa gara e speravo di diventare come le ginnaste che ci partecipavano.
Dopo la competizione abbiamo fatto la premiazione, dopo di che, tantissimi ragazzini in massa hanno cominciato a correre verso di noi chiedendoci foto e autografi.
È stata un esperienza bellissima e spero di poterla rifare nei prossimi anni.”